Il Daoismo: mistero e armonia – 2

di Fioretta Mandelli

Riprendiamo la presentazione di questo movimento nato piú di duemila anni fa (dal VI secolo a.C.) in Cina nel solco di piú antiche forme di tradizioni e di modi di pensare tra religiosi e filosofici, sviluppato e trasformato nei secoli, diffondendosi tra Cina, Corea e Giappone per divenire poi frequentato anche in tutto il mondo occidentale.

Conoscere si può? ma conoscere e sapere che cosa?

Se l’uomo si chiede: Che cosa sono io?, può solo intuire di essere qualcosa che vive e avanza con la natura e l’universo. Su quale via poi il tutto proceda è forse impossibile saperlo. Questa Via (Dao) è il cammino della vita, su cui tutti camminiamo, la strada su cui nasciamo, viviamo, arriviamo a una fine di cui non sappiamo nulla, ma che ci chiama e che è nostro compito e desiderio raggiungere. È qualcosa di misterioso, ma nello stesso tempo chiaro, per coloro che la cercano.
La via ha la sua realtà e i suoi segni, ma non ha né azione né forma. Potete darla ma non potete riceverla, potete raggiungerla ma non potete vederla. … È la sorgente di sé stessa, la sua stessa radice… Ha dato il soffio vitale agli spiriti e a Dio, ha dato la nascita al Cielo e alla terra (cap 6, p 81).
C’è un Dao, la via, la sostanza e l’orientamento dell’essere, di cui si può parlare, ma non è il vero Dao, misteriosamente oscuro. La complessità dell’essere trascende la nostra conoscenza. Siamo immersi in un positivo disordine, possiamo solo osservarne il mistero. Il Dao non è un creatore né un padrone: forse regna, ma non governa, è il modello di tutto ciò che esiste, ma non dà regole. Forse gli si possono fare domande, ma non si possono avere le risposte.

Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:

  • La natura
  • Polarità
  • «Non agire»
  • C’è un’etica del dao?
  • Vita e morte