La pena di morte e la verità cristiana

di Giannino Piana

Ha suscitato un certo clamore la notizia, ripresa con evidenza dai media, della posizione assunta da papa Francesco l’11 ottobre scorso, in occasione dell’udienza concessa ai partecipanti all’incontro promosso dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, nei confronti della pena di morte. Rifacendosi al Catechismo della Chiesa cattolica e non rinunciando a esprimere, sia pure con garbo, le proprie riserve, – il tema avrebbe dovuto trovare, secondo il pontefice, uno spazio piú adeguato e coerente con alcune indicazioni di metodo da lui stesso enunciate –, egli fa proprie le critiche che, fin dall’inizio, sono state avanzate da diversi ambienti ecclesiali.
La posizione assunta dal Catechismo è nota. Esso non sconfessa, in termini assoluti, la pena di morte; ma, osservato che l’insegnamento tradizionale della Chiesa non ne esclude il ricorso «quando questa fosse l’unica via praticabile per difendere efficacemente dall’aggressore ingiusto la vita di esseri umani», afferma che i metodi non cruenti di repressione e di punizione sono preferibili in quanto «meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e piú conformi alla dignità della persona umana» (Catechismo della Chiesa cattolica, 2267).

Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:

  • Le ragioni di un “no” radicale
  • La crescita nella comprensione della verità cristiana
  • Emergono di continuo novità