Autonomia e fedeltà

Autonomia dei laici, primato della coscienza, rapporto con la gerarchia, chiesa libera nella società civile senza privilegi, fondamenti della morale, presenza nel mondo della fabbrica: temi da sempre al centro della riflessione dei galli sono attraversati con lucidità in un documento elaborato insieme nel 1960, con un metodo di ricerca che oggi definiremmo sinodale nella dichiarata speranza che il prossimo concilio offra su ciascuno parole evangeliche.
Pubblichiamo il documento ancora occasione per confronti utili a riconsiderare questi problemi nel nostro contesto sociale e culturale: il concilio, ormai alle spalle da oltre mezzo secolo, ha dato risposte convincenti? E queste risposte sono diventate prassi nella chiesa? E, realizzate o no, sarebbero ancora valide oggi quando siamo convinti che alla chiesa occorra non una riforma, ma un nuovo progetto?
Un invito per tutti quelli che lo vorranno leggere, a un ripensamento organico su importanti problemi che ci stanno ancora a cuore in questi tempi incerti: fantasia e impegno saranno stimolati dalla rilettura dell’articolato documento in cui i galli di allora hanno analizzato il mondo cattolico per esprimere le loro speranze nei confronti del concilio annunciato da Giovanni XXIII l’anno prima, il 25 gennaio 1959.
Il testo che riproduciamo non è mai stato pubblicato sul Gallo, ma nell’ottobre 1960 su un numero monografico della Missione, fondata da Marcello Candia, divenuto notissimo negli anni successivi per le sue iniziative filantropiche in Brasile attive ancora oggi.
Benché pubblicato con l’imprimatur e il nihil obstat dei revisori ecclesiastici della diocesi di Milano (arcivescovo Giovanni Battista Montini), il lungo articolo, che, a detta del direttore del Gallo Nando Fabro, non intende «insegnare nulla a nessuno, né muovere critiche a nessuno, e tanto meno alle Gerarchie», ne suscita la preoccupata attenzione: se si chiedono al concilio indicazioni evangeliche, significa che le scelte delle gerarchie compiute fino ad allora non sono ritenute evangeliche.
Scrive lo storico Paolo Zanini in La rivista “Il gallo”. Dalla tradizione al dialogo (1946-1965), Edizioni Libreria Francescana 2012:
«Da Roma l’indignazione nei confronti de Il gallo era giunta a Milano e a Genova donde la convocazione di Fabro in vescovado [...] In una tale situazione che rischiava di diventare pericolosa per il prosieguo della vita stessa della rivista il direttore de Il gallo, informata la redazione delle conseguenze dell’articolo e degli sviluppi piú recenti, decise di inviare una lettera a Siri (cardinale, dal 1946 al 1986 arcivescovo di Genova, ndr), nel tentativo di chiarire la situazione […] Dopo aver preliminarmente ribadito come all’interno del gruppo non vi fossero criptocomunisti, paracomunisti o simpatizzanti comunisti e che i galli condannassero ogni ipotesi totalitaria filosoficamente e ideologicamente, [Fabro specifica come l’articolo] rappresentasse solo il tentativo di un gruppo di laici di partecipare al dibattito preconciliare [e si produce] in una professione di lealismo verso la Chiesa e le sue gerarchie».
La lettera non chiude la questione e negli anni seguenti il contrasto tra Il gallo e l’arcivescovo creerà parecchie tensioni fino a mettere a rischio la sopravvivenza stessa della rivista. Ma questo è un problema della storia del gruppo e della rivista.

u.b.

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UN GRUPPO DI CATTOLICI LAICI IN ITALIA NELL’ATTESA DEL CONCILIO

Gli amici de «La Missione» ci hanno chiesto di esprimere quali esigenze vediamo affiorare piú vivamente nel mondo cattolico di oggi, in Italia, e che cosa attendiamo o speriamo dal Concilio.
Abituati da qualche anno a lavorare in comune, nell’amicizia e nella redazione de Il Gallo, abbiamo provveduto in comune anche a questa risposta: 1 casalinga, 5 operai, 1 impiegato, 1 dirigente d’azienda in proprio, 1 funzionario statale, 1 funzionaria parastatale, 1 professore di liceo, 2 laureati, professionisti e assistenti universitari, nel complesso un gruppo di 11 amici che vanno dai 25 ai 60 anni d’età; si riferiscono questi dati a titolo di indicazione per il lettore; i nomi direbbero poco, e non è il caso di segnalarli.
Il lettore vedrà da sé che ci siamo tenuti nettamente fuori da ogni questione dottrinale, o di principio, nelle quali non avevamo veste e presunzione di entrare. Niente affatto pessimisti nei confronti della vita e degli uomini e dell’avvenire della Chiesa, ci siamo solo proposti di guardare senza paraocchi e di ascoltare senza partito preso la gente in mezzo alla quale il Signore e gli avvenimenti ci hanno posto a vivere, ed a segnalarne le esigenze e le aspirazioni.
È anche questo uno dei tanti rivoli che arriverà – se troverà la strada – con altri rivoli, da tutto il mondo cattolico, ai tavoli delle Commissioni conciliari, e che intende unicamente accordarsi al coro delle attese e delle speranze.

Genova, il 22 luglio 1960, nel giorno di Maria Maddalena, a noi carissima, che vide germinare la santità dal peccato