Controllare l’istigazione all’odio

di Augusta De Piero

Abbiamo scritto piú volte di Liliana Segre1 come emblema della memoria: ora Augusta De Piero, nota ai lettori per il suo impegno civile e politico a difesa soprattutto dei bambini, riferisce della attività in senato. La senatrice ha voluto, fin dai primi mesi dalla nomina, legare la sua attività parlamentare alle ragioni che la hanno portata in senato, presentando un progetto di legge per la istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. L’iniziativa, fatta importante dal tempo che stiamo vivendo, quando approvata, offrirà uno strumento di prevenzione e controllo di pericolosi rigurgiti, ma ben pochi ne sono informati.

Nel corso della sua esperienza di giovane sposa e madre Liliana non parlò della sua storia: lo fece a sessant’anni aprendo una stagione di presenza nelle scuole, lei che aveva conosciuto bambina il significato concreto, devastante per tanti, della parola espulsione.
Era il mese di settembre del 1938:

Avevo otto anni quando furono promulgate le leggi razziali. Mio padre mi chiamò da parte e mi disse che non sarei potuta tornare piú a scuola. Avevo finito la seconda, aspettavo di andare in terza. Quella parola, espulsione, fu terribile. Diventammo dei paria dalla sera alla mattina. Le mie amichette mi additavano per strada. Nessuno, a parte alcuni giusti, si interessò delle conseguenze di quelle leggi, ma solo quelli che ne furono vittime. La massa fu indifferente.

Pochi anni dopo, l’espulsione sarebbe andata ben oltre la scuola. Allora papà Alberto decise la fuga, ma era tardi: fallito il tentativo di rifugiarsi in Svizzera, tornati a casa Alberto e la sua bambina furono arrestati l’8 dicembre 1943 dalla polizia italiana della Repubblica di Salò e alla fine di gennaio deportati ad Auschwitz con il convoglio n. 06. Arrivarono il 6 febbraio e subito furono separati. Alberto Segre morí il 27 aprile. Il suo nome oggi è scolpito su una pietra d’inciampo davanti alla casa che aveva abitato.
Il 19 gennaio 2018 Liliana Segre è nominata senatrice a vita dal presidente della repubblica Mattarella per «aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale». L’8 giugno entrava in senato. Nel suo primo memorabile discorso in aula cosí si presentava: «una vecchia signora, una persona tra le pochissime ancora viventi in Italia che porta sul braccio il numero di Auschwitz». Ma non era lí per celebrare e dichiara: «Porto sul braccio il numero di Auschwitz e ho il compito non solo di ricordare, ma anche di dare, in qualche modo, la parola a coloro che ottant’anni orsono non la ebbero». E, con la coerenza dettata da una concezione alta della dimensione umana che si fa presenza e storia, non dimenticò il Porrajmos, lo sterminio dei Rom e dei Sinti di cui lei stessa fu testimone in prigionia.
La bambina che a otto anni aveva conosciuto il significato concreto dalla parola espulsione, ottant’anni dopo trasforma il dolore di allora in saggezza. Riprende gli studi sulle hate speech (istigazioni all’odio), illustrate da una relazione introduttiva alla legge, e, già un mese prima dello storico discorso, chiede l’istituzione di una Commissione parlamentare che si occupi della conoscenza delle «parole d’odio». Riportiamo nel testo della proposta di legge, le motivazioni (art 1, numero 1 e i compiti art 2, numero 1 lettera a 1, 2, 3; lettera c della Commissione.

Art 1
1. È istituita una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche, di seguito denominata Commissione.

Art 2
1. La Commissione controlla e indirizza la concreta attuazione delle convenzioni e degli accordi sovranazionali e internazionali e della legislazione nazionale relativi ai fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e di istigazione all’odio e alla violenza, nelle loro diverse manifestazioni di tipo razziale, etnico-nazionale, religioso, politico e sessuale. La Commissione svolge anche una funzione propositiva, di stimolo e di impulso, nell’elaborazione e nell’attuazione delle proposte legislative, ma promuove anche ogni altra iniziativa utile a livello nazionale, sovranazionale e internazionale. A tal fine la Commissione:
a. raccoglie, ordina e rende pubblici, con cadenza annuale:
1. normative statali, sovranazionali e internazionali;
2. ricerche e pubblicazioni scientifiche, anche periodiche;
3. dati statistici, nonché informazioni, dati e documenti sui risultati delle attività svolte da istituzioni, organismi o associazioni che si occupano di questioni attinenti ai fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo, sia nella forma dei crimini d’odio, sia dei fenomeni di cosiddetto hate speech (istigazione all’odio);
[…]
c. formula osservazioni e proposte sugli effetti, sui limiti e sull’eventuale necessità di adeguamento della legislazione vigente al fine di assicurarne la rispondenza alla normativa dell’Unione europea e ai diritti previsti dalle convenzioni internazionali in materia di prevenzione e di lotta contro ogni forma di odio, intolleranza, razzismo e antisemitismo.

Il disegno di legge è depositato al senato, ma non calendarizzato nei lavori.

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1 C. Sottocorno, Questo è stato, giugno 2018; E. Murchio, Chi sceglie la vita non toglie la vita, dicembre 2018.