Fino alla morte in croce

di Giuseppe Florio

Non ha apparenza né bellezza (Isaia 53, 2)

Umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte
e alla morte di croce (Filippesi 2, 8)

Queste pagine nascono da un’esperienza personale che ancora oggi mi impone un silenzio e una ricerca interiore che mai prima d’ora avevo previsto di vivere.
Qualche anno fa ho letto che la prima e piú antica rappresentazione della crocifissione era datata all’anno 432 e si trovava sulla porta della basilica di s. Sabina, all’Aventino (Roma).
Per me si è trattato di una vera scoperta.

La rappresentazione della croce

Mi sono chiesto il perché di tanto silenzio sull’inumana rappresentazione della croce e della crocifissione. Come mai i cristiani, per oltre 400 anni, non hanno mai osato rappresentare la croce e ancor meno la crocifissione? Per noi tutti oggi la croce, e colui che è crocifisso, è invece un segno consueto, familiare, in uso anche da parte di coloro che non si professano credenti. Anzi, per molti la croce è diventata persino un gioiello da appendere al collo magari con una catenina d’oro. Ma perché i cristiani, per secoli, non hanno osato raffigurarla pubblicamente?
Perché nelle numerose catacombe romane non si trova mai una sola croce?

Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:

  • L’esilio dell’evangelo
  • Christus Triumphans