Il lavoro e la dignità umana

di Giannino Piana

In occasione della recente visita alla chiesa di Genova, papa Francesco, rispondendo alle domande dei lavoratori dell’Ilva, ha sviluppato una significativa e completa riflessione attorno al tema del lavoro. L’assunto da cui tale riflessione muove è la constatazione che siamo oggi, a tale riguardo, in una situazione fortemente critica – il papa non esita a parlare di «lavoro a rischio» – e che occorre pertanto procedere con urgenza alla ricerca di alternative radicali e praticabili.

Le ragioni della crisi

Ampio spazio viene anzitutto dedicato dal pontefice all’analisi delle ragioni che hanno provocato la crisi attuale. Accanto alla sottovalutazione della rilevanza umana del lavoro, cioè alla scarsa attenzione all’importanza che esso riveste per la tutela e la promozione della dignità umana, esistono motivazioni piú strettamente legate al sistema economico-sociale e alle logiche che presiedono alla sua conduzione. Papa Francesco non esita a parlare di una «economia senza volti» o di una «economia spietata», che non ha come riferimento le persone e i loro bisogni (e diritti), ma persegue unicamente il profitto. Licenziamenti, chiusure e spostamenti nell’ambito dell’impresa sono la conseguenza di questa visione, che affonda le proprie radici in una antropologia individualista ed egoista, purtroppo propria della logica che ha presieduto, fin dall’inizio, alla stessa elaborazione della scienza economica, nata in concomitanza con la rivoluzione industriale e largamente soggetta al condizionamento del capitalismo. Una visione, tuttavia, che ha trovato, e trova, ulteriore possibilità di espansione, grazie a quella che il papa definisce come «la progressiva trasformazione degli imprenditori in speculatori», in quella figura che «Gesú nel vangelo chiama ‘mercenario’» e che «vede azienda e lavoratori solo come mezzi per fare profitto».
Papa Francesco non esita poi a chiamare in causa, in tutto questo, la politica, denunciando un sistema diffuso che, «creando burocrazia e controlli», finisce per «incoraggiare chi specula sul lavoro e non chi investe e crede nel lavoro». Si allude in questo caso soprattutto alla promulgazione di regolamenti e leggi, che rendono arduo l’intraprendere iniziative di carattere imprenditoriale, o di vincoli che, pensati per punire i disonesti, hanno spesso un effetto boomerang, con ricadute negative sulle persone oneste.

Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:

  • Il significato umano e religioso
  • Le ricadute etiche
  • Il coinvolgimento responsabile di tutti