La percezione della sicurezza

di Carlo M. Ferraris

Viviamo nel tempo della comunicazione e della globalizzazione. Questi due dati combinati fanno sí che una notizia faccia il giro del mondo prima ancora che sia possibile condurre una verifica sulla sua fondatezza e credibilità. Una smentita o una correzione non hanno la stessa forza della prima diffusione e soprattutto non hanno la stessa velocità di circolazione: gli effetti della notizia vanno oltre il cerchio dei primi destinatari e in questo modo sfuggono in buona parte a ogni possibilità di smentita e di correzione.
Un meccanismo ben noto e ampiamente sfruttato da chi intende organizzare il consenso in vista di campagne elettorali o comunque per creare nell’opinione pubblica correnti favorevoli al governo, a partiti, a lobbies. Anche i pubblicitari, ovviamente, si valgono di questi strumenti, ma nel campo commerciale c’è un maggiore controllo pubblico e sociale.

La costruzione della paura

Uno dei temi ricorrenti e di maggior presa in campo politico e sociale è quello della sicurezza. Ogni individuo ha in diversa misura la preoccupazione di correre rischi o di essere in pericolo, e nello stesso tempo il dubbio di non essere in grado di prevenire, eliminare o ridurre rischi e pericoli, e non sempre ha la sensazione che le istituzioni pubbliche siano in grado di assicurare tranquillità. Il consenso sarà indirizzato a chi promette sicurezza, magari dopo aver costruito o enfatizzato la sensazione del pericolo. Insomma, come Il monello di Chaplin che rompe i vetri per conto del vetraio!
Il contrario di sicurezza è quindi la paura, che oggi è diffusa, riprodotta e strumentalizzata sia in campo politico sia commerciale, senza che a essa corrisponda sempre una effettiva mancanza di sicurezza.
Uno degli indici che ci aiutano a valutare il grado di efficacia della comunicazione in tema di sicurezza è il rapporto tra percezione e realtà: piú influisce la comunicazione motivata da finalità diverse dall’informazione, piú aumenta il divario tra la sicurezza percepita e quella reale.
Appare tuttavia difficile valutare la sensazione di sicurezza di ogni persona e la paura indotta da un sistema di comunicazione spesso fuori controllo, o controllato da agenzie non finalizzate all’informazione corretta. Un modo di misurare i fattori oggettivi che possono influire sulla sensazione di sicurezza può essere quello di mettere a confronto le statistiche degli eventi che possono essere temuti, sia per la loro gravità, sia per la loro estensione, con il grado di percezione della popolazione.

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