L’esperienza di Piccapietra 1991-2018

di Pietro Lazagna

Gli amici membri del gruppo Piccapietra, attivo a Genova da quasi trent’anni, hanno deciso di continuare la propria testimonianza e la propria ricerca in altre forme. Per ripensare a quello che il gruppo è stato e lascia non solo in chi lo ha frequentato abbiamo chiesto all’amico storico e filosofo Pietro Lazagna, che ringraziamo, di sintetizzare per noi il carattere e il significato del gruppo nell’ambiente genovese.

Un commiato e un memento

A percorrere le pagine del fascicolo Fedeltà e vigilanza edito a Genova nel 2011, L‘attività del gruppo Piccapietra nei suoi venti anni di vita (1991-2011), si rimane colpiti dalla ricchezza dei materiali e dalla loro attualità. Gli animatori del gruppo cosí scrivono:

lo spirito del nostro lavoro è quello di rendere un servizio a chiunque, attento ai problemi della chiesa e della società, desideri conoscere non solo un tratto del nostro cammino, ma anche alcune delle problematiche salienti del nostro tempo.

Il fascicolo documenta le fasi di un percorso che ha visto per vent’anni riunirsi e scambiare opinioni persone attente a raccogliere un messaggio di ansia, di speranza e di proposta come eredità imprescindibile della stagione conciliare. Finita l’era siriana (Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova 1946 -1987, ndr), con i successori arcivescovi Giovanni Canestri (1987-1995) e poi Dionigi Tettamanzi (1995-2002) il clima genovese è cambiato, anche se le abitudini consolidate nel clero e nel laicato piú contiguo all’episcopio sono dure a modificarsi, e anzi a volte ci si faccia un punto di orgoglio a rivendicare venerabili appartenenze negli stili ancor prima che nei fondamenti dottrinari.

Il clima di Genova

Non sfugge, nella specificità genovese, la difficoltà di scalfire una realtà consolidata che prima del Concilio, durante e dopo ha espresso posizioni rigide poco propense a modificare il proprio cammino. Forse mai nella storia di questa diocesi ha avuto agio di esprimersi e di confrontarsi chi non avesse un percorso acquisito in sintonia con il cardinale arcivescovo e i suoi collaboratori. Espressioni quali modernismo, maritainismo, subprotestantesimo, dissenso, furono usate per isolare e circoscrivere espressioni non gradite, intese e presentate come turbative di un buon ordine consolidato in cui non si vedono ragioni per cambiare.
Gli studi comparsi in questi anni1 confermano una tendenza che poco spazio lascia a ciò che sarà chiamato dissenso. Le stesse personalità piú vivaci e incontrollabili fra i preti da Andrea Gallo, a Gianni Baget Bozzo, a Paolo Farinella non hanno potuto evitare il confronto duro anche se da angolature fra loro molto differenti. Le storie di Oregina, dei camillini, di Cristiani a Genova, di Renovatio, e prima ancora dei filippini Giuseppe Acchiapati e Andrea Gaggero, del francescano Nazareno Fabbretti e di Nando Fabro con il gruppo del Gallo hanno lasciato il segno. Altri casi come quello di don Ettore Mazzini e di don Antonio Acciai, don Giulio Tavallini, di don Antonio Balletto si sono consumati lontano dai riflettori, ma non per questo furono meno devastanti, provocando dolore e rigetto. Scisma bianco, si disse, e silenzioso.
In quel clima un gruppo di fedeli cristiani ha intrapreso una strada determinata proprio là dove era comparsa la censura per «sopire… lenire…», se proprio non si poteva cancellare.
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1Benny Lay, Vaticano aperto, Longanesi, Milano 1968; Giuseppe Viola, Un contemplativo nel mondo, don Luigi Pelloux, Morcelliana, Brescia 1965; AAVV, Don Franco Costa, AVE, Roma 1992; Luca Rolandi, Emilio Guano, religione e cultura nella chiesa italiana del Novecento, Rubettino, Soveria Mannelli 2001; Nicla Buonasorte (a cura di), Araldo del Vangelo. Studi sull’episcopato e sull’archivio di Giacomo Lercaro a Bologna 1952-1968, il Mulino, Bologna 2004; AA VV, Vaticano e Unione Sovietica, l’azione e il ruolo del cardinale Siri, De Ferrari, Genova 2003; Paolo Zanini, Il Gallo, dalla tradizione al dialogo (1946-1965), Biblioteca francescana, Milano 2012; Salvatore Vento, Luca Rolandi, Antonio Balletto e Piero Tubino, sacerdoti nella città, Diabasis, Reggio Emilia 2010; Nicla Buonasorte, Siri, tradizione e Novecento, il Mulino, Bologna 2006; Luca Rolandi, Giovanni B. Varnier, Paolo Zanini (a cura di), Dal 1946 il Gallo canta ancora, De Ferrari editore, Genova 2018.

Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:

  • Il rinnovamento conciliare
  • Vastità e ricchezza di temi
  • Trent’anni di storia