Rileggere Orwell

di Carlo Pagetti

I tempi decisamente distopici in cui ci troviamo a causa della pandemia SARS-covid-19 (per non parlare dell’acuirsi della nostra sensibilità nei confronti della distruzione dell’ambiente naturale) favoriscono la pubblicazione di opere apocalittiche e fortemente pessimistiche sul futuro dell’umanità. Lo stesso fenomeno si manifesta nei film e nelle serie televisive, come testimoniano gli episodi del coinvolgente Sweet Tooth, trasmesso da Netflix.

Un simbolo

Si aggiunga un fatto editoriale di un certo rilievo: nel 2021 sono scaduti i diritti riguardanti la pubblicazione delle opere di George Orwell, un autore di culto, almeno nel mondo occidentale, morto a Londra il 23 gennaio 1950. In Italia, accanto alle vecchie e alle nuove versioni proposte da Mondadori, che aveva l’esclusiva dei diritti sulla produzione orwelliana, sono apparse nuove traduzioni e introduzioni dedicate a Orwell da parte di numerose case editrici. Io stesso ho dato il mio contributo alla rinnovata popolarità dello scrittore inglese curando La fattoria degli animali e 1984 per l’editore Fanucci di Roma.
Va detto che, per la mia generazione, nata poco prima o poco dopo la fine della seconda guerra mondiale, soprattutto 1984 ha costituito un libro fondamentale degli anni della giovinezza, sia per le sue implicazioni politiche, sia per la fama che già allora circondava la figura di George Orwell, il nom-de-plume di Eric Blair, un giornalista impegnato a fianco del proletariato britannico e poi combattente dalla parte repubblicana anti-franchista durante la Guerra Civile Spagnola (1936-1939), in cui rimase ferito. In Omaggio alla Catalogna (1938), Orwell documenta la sua esperienza bellica, denunciando, senza mezzi termini, l’atteggiamento prevaricatore del Partito Comunista Spagnolo, filo-stalinista, nei confronti delle altre forze repubblicane. La fine prematura di Orwell, avvenuta a 46 anni, a causa della tbc, aggiunse una dimensione tragica al personaggio.

Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:

  • Nel 2000 non sorge il sole
  • Atteggiamento antitotalitario
  • Una tristezza ossessiva
  • L’impoverimento del linguaggio