Spiritualità umana

di Dario Beruto

In un brogliaccio di appunti che risalgono agli anni 90 del XX secolo, scrivevo alcune riflessioni sulla mia difficoltà a credere nell’esistenza di Dio, perché la realtà, di cui siamo parte, mi appariva irrimediabilmente umana sia negli aspetti valutati positivi sia in quelli negativi.

Dio esiste?

Certamente influenzato da una visione del mondo riconducibile all’ateismo scientifico, ben descritto da Christian Chabanis (1926-1989), saggista e romanziere, in Dieu existe-t-il? Non (pubblicato in Francia da Fayard nel 1973 e tradotto in italiano l’anno successivo da Mondadori), l’opinione di atei dichiarati, raffinati pensatori e studiosi dell’ateismo scientifico, dell’ateismo politico, di quello sociologico e dell’umanesimo ateo, mi convinceva pienamente: Dio o qualcosa o qualcuno al-di-fuori dei fenomeni naturali e di quello umano non era concepibile.
In seguito, l’attività scientifica nel settore della scienza e tecnologia dei materiali, basato su interpretazioni e riflessioni di dati sperimentali ottenuti in laboratorio e sul campo, mi ha gradualmente convinto della relatività di ciò che si stava indagando. Infatti nuovi problemi, nuove domande emergevano in continuazione sempre da quello che via via si capiva. La cosiddetta verità non si raggiungeva mai, si era sempre alle prese con processi complessi, che puntavano al mistero. In quasi tutti i casi si affacciava una sfida sempre piú grande, anche se ogni volta si riteneva di aver usato tutto il sapere e l’ingegno che la scienza e la tecnologia ci consentivano. Tuttavia, il desiderio e l’attrazione per la conoscenza alimentava la speranza di scoprire, nel nuovo mistero, aspetti della realtà ancora piú fondamentali di quelli al momento noti.
Una piccola storia questa che, tra fallimenti e successi, tra periodi di stasi e di accelerazione, era comune a molti colleghi e amici di grandi qualità. Una storia che si affrontava con razionalità, intuizioni, emozioni e anche con fede nel metodo scientifico e nei suoi principi fondamentali.
Questo clima, dove coesistevano in relazioni semplici e complesse memoria e aspetti diversi del sentire, emergeva dal comportamento dinamico di sistemi aperti, non era trascendente al mistero indagato, ma immanente a esso. Con un’espressione non certo rigorosa, è questa, per me, spiritualità umana.

Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:

  • Incontrare l’uomo
  • Per un rapporto aduale
  • Piccole storie
  • Io sono la mia terra