Sulla bioingegneria genetica

di Giannino Piana

L’intervento praticato sul finire dello scorso anno in un ospedale della California, consistente in una vera ritrascrizione del Dna mediante la tecnica CRISPR/Cas 9 – una tecnica che consente di eliminare i geni cattivi e di sostituirli con quelli buoni1 – in un malato affetto da una rara malattia metabolica finora giudicata incurabile, la Hunter syndrome, ha riproposto all’attenzione dell’opinione pubblica una questione di grande rilevanza etica, quella del come e del fin dove è possibile manipolare il patrimonio genetico umano. Al di là del caso particolare, i cui risultati sono ancora sub iudice, è evidente la connaturale ambivalenza di tali processi manipolativi, e perciò la conseguente difficoltà di esprimere giudizi unidirezionali in merito a essi. Da un lato, la possibilità di debellare, attraverso di essi, un numero elevatissimo di malattie, alcune delle quali letali, suscita giustificati (ed entusiastici) consensi; dall’altro, la delicatezza degli interventi, che agiscono sulle sorgenti piú profonde della vita, solleva interrogativi inquietanti per l’entità dei rischi in cui si può incorrere.
La valutazione morale risulta pertanto assai complessa, anche per l’ancora ristretto quantitativo di riscontri derivanti dalla sperimentazione. Nonostante l’ampiezza sempre maggiore delle conoscenze del patrimonio genetico – la mappatura del Dna ha fornito elementi importanti al riguardo – e gli sforzi compiuti in questi anni dalla ingegneria genetica, sono ancora pochi gli esperimenti attivati – quello cui si è accennato è senz’altro uno dei piú significativi – e dei quali soprattutto si conoscono con sicurezza gli esiti. Piú che esprimere un giudizio puntuale sull’uno o sull’altro intervento, ci limitiamo a fornire qui una serie di criteri di carattere generale, che consentano di inquadrare correttamente la questione e garantiscano la possibilità di accostarsi con metodo adeguato ai vari casi che vengono emergendo.
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1 Ne ha scritto anche Dario Beruto in “Ingegneria genetica: nuove frontiere”, Il gallo dicembre 2015.

Continua sul Gallo stampato… e nel seguito:

  • Alcune fondamentali distinzioni
  • Il “no”alla clonazione
  • La valutazione della bioingegneria molecolare
  • L’etica del rischio e il principio di precauzione